Charlotte "Charlie" Patel

Andare a cavallo era sicuramente una delle attività che adoravo, peccato che una cosa era andare a cavallo nelle praterie e nei territori canadesi e un conto era farlo poco dopo la fine della corsa d'oro mentre assalivi assieme alla tua banda una diligenza che aveva avuto la sfortuna di incontrarti, sicuramente il mio tutor non avrebbe approvato il modo in cui usavo i viaggi nel tempo, ma la mia presenza qui era minima come anche l'incidere di tutto quanto, non avevo deciso io di attaccare quella diligenza ne stavo sparando contro di essa, per la storia la mia presenza sarebbe stata particolarmente irrilevante, erano le mie compagne che proprio in questo preciso istante avevano colpito allo stomaco una delle guardie, fu quasi divertente vederlo contorcersi mentre moriva dissanguato e annaspava al suolo. Stavo per mettere fine alle sue sofferenze, mentre il resto della banda continuava un inseguimento ormai vinto, quando lo vidi con le ultime forse prendere una lettera dalle proprie tasche e cercare di nasconderla sotto la sabbia, probabilmente stava conciato così male che non si era neanche accorto che ero lì, ferma a due passi da lui. Mentre si affaticava a nasconderla ne approfittai per scendere e cominciare a raccogliere il mio bottino personale, raccolsi il suo winchester e dopo avergli dato una rapida occhiata me lo misi a tracolla, ero sicura che in una delle tanto stimate aste del mercato nero sarebbe andato alla grande, se ero fortunata anche con qualche assegno con almeno tre zeri dietro, la sua pistola invece sarebbe finita in qualche banco dei pegni associato alla mia società, avevo pur sempre una parvenza di legalità attorno a me.

Non ti preoccupare tesoro, ci penso io alla tua lettera. ne avrò la massima cura Non appena dissi quelle parole l'uomo si girò verso di me con uno sguardo che non lasciava trasparire più la sofferenza per la sua ferita, ma solo paura No... non puoi... n...on puoi prender...la tossì copiose macchie di sangue prima di fare l'ultima cosa che mi sarei aspettata, tentare di mordermi la caviglia. Inarcai un sopracciglio per tentare di capire se faceva sul serio oppure no, il mio stivale era così duro che a malapena sentivo la stretta dei suoi denti marci sulla mia caviglia

E sta a cuccia, cagnaccio la mia gamba libera non si fece attendere e con un calcio lo spedì nel mondo dei sogni, dove probabilmente sarebbe morto dissanguato prima di risvegliarsi, presi la lettera e la aprì senza indugio, stavo per leggerla quando un urlo seguito da uno sparo mi fecero trasalire, mi girai verso la direzione del rumore e poco più in lontananza potevo ammirare la diligenza oramai rovesciata e le mie ragazze che depredavano bagagli e cadaveri in cerca di bottino, Jessie ci aveva visto, era stato un lavoro veloce e pulito. Riportai la mia attenzione sulla lettera cercando di leggerla ma era del tutto impossibile, non riuscivo a decifrare la quasi totalità dei caratteri utilizzati ma da un paio di idiomi ero riuscita a capire a quale lingua apparteneva, era quasi sicuramente ebraico, non era raro incontrare degli ebrei in America, ma lo era senz'altro leggere una lettera scritta con la loro lingua, qualcosa mi diceva che non era solo una semplice lettera, inoltre una semplice lettera non aveva il simbolo di una rosa affianco alla firma, la curiosità e l'istinto mi spronavano a capire da dove veniva quella lettera, qualcun altro non ci avrebbe visto nulla di male, ed era per questo che sarebbero rimasti dei poveri rammolliti. C'era solo un piccolo problema, per farlo avrei dovuto contattare qualcuno nel presente, qui sarebbe stato solo una perdita di tempo e inoltre sarebbe stato come cercare un ago in un pagliaio, non potevo mica entrare in un saloon e urlare "CHI CAZZO É UN EBREO QUI IN MEZZO?", certo mancavano ancora una settantina d'anni alle persecuzioni contro gli ebrei ma c'era già chi non li vedeva proprio di buon occhio. Inoltre nel presente conoscevo già uno che poteva aiutarmi con questa storia, c'era solo il problema che l'ultima volta non era proprio finita benissimo tra noi.
Merda

*3 GIORNI DOPO, NEL PRESENTE. LONDRA*

No tu ascoltami bene Robert, non ha un cazzo di senso la tua paura per questa lettera, hai paura di guadagnarci poco? ti ricordi che partendo da quel doblone del cazzo ti ho fatto guadagnare 20000 dollari con una settimana di lavoro? chissà poi chi è riuscito a organizzare il matrimonio migliore della sua vita grazie a me. Non fare lo stronzo e vedi di tenere pronta la squadra, sento che è qualcosa di grosso Sempre se vorrà aiutarmi riattaccai il telefono mentre chiamavo un taxi che mi avrebbe portato ad Oxford, se le mie fonti non sbagliavano lavorava ancora la e proprio oggi avrebbe avuto una lezione, sarebbe stato come tornare indietro di una decina di anni e non erano poi ricordi così piacevoli, all'epoca ero ancora un ingenua studentessa. Presi il telefono nel tentativo di distrarmi e chiamai nuovamente Robert E comunque le ostriche del tuo matrimonio facevano cagare... cosa significa che era tre mesi fa? te lo sto dicendo adesso e ho la memoria lunga, dovresti saperlo... Si esatto è una scusa per portare me e la tua mogliettina a mangiare ostriche. Era così divertente sparlare con Susan di Robert, sopratutto se lui era a due passi da me, ma in fondo sapeva che se dicevo così ero sicura del colpaccio, anche se avevo davvero poco, tutto quello che potevo avere poteva anche essere una lettera di fidanzamento tra due ebrei o un elogio funebre e quel tipo aveva deciso di prendermi per il sedere nei suoi ultimi attimi, in quel caso avrei avuto un ottima scusa per decidere quale era la miglior birra londinese.
Una volta arrivata ad Oxford non fu particolarmente difficile scoprire in che aula il nostro professore stava insegnando e per mia fortuna gli inservienti mi avevano comunicato che la lezione era ormai agli sgoccioli, quindi non avrei dovuto attendere poi molto per parlare con lui. Entrai nell'aula mentre gli studenti stavano uscendo, o meglio correvano all'uscita come facevo io quando avevo la loro età. Il professore era ancora alla sua cattedra quindi non mi fu difficile fare la cosiddetta entrata a sorpresa, allungai la lettera sotto i suoi occhi e non appena avrebbe alzato gli occhi verso di me avrei esclamato
Professor Byron, ho qualcosa che potrebbe notevolmente interessarle